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Outbound vs Inbound: scopri le differenze tra le due tipologie

L’Inbound marketing sta prendendo sempre più piede nel marketing aziendale

Matteo
Matteo Social Media Manager

Sono tante le aziende che stanno scegliendo di integrare, talvolta anche di abbandonare, i più tradizionali mezzi di comunicazione a favore di un percorso Inbound.

Negli States, precisamente a Boston, si tiene ogni anno un summit mondiale dove partecipano celebrità del calibro di Michelle Obama, insieme a tanti leader d’opinione del settore per poter approfondire e divulgare quello che è a tutti gli effetti il trend topic del marketing moderno.

Sono tante le aziende che stanno scegliendo di integrare, talvolta anche di abbandonare, i più tradizionali mezzi di comunicazione a favore di un percorso Inbound.

Ma di cosa stiamo parlando esattamente quando menzioniamo questo termine?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima chiarire cosa sia l’Outbound.

Targetting

Attira i clienti verso la tua azienda

e inizia a nuotare nel mare dell'Inbound

Outbound Marketing

Nell’Outbound marketing il flusso dei messaggi avviene in un’unica direzione: dall’azienda al consumatore finale, con questa strategia vengono utilizzati i tradizionali canali di comunicazione.

L’Outbound, infatti, è anche detto “marketing dell’interruzione”, il classico esempio è lo spot televisivo che interrompe, per l’appunto, la visione di un programma televisivo, in tutto questo il grande assente è "la relazione con" il fruitore del contenuto.

La forzatura, infatti, è una delle componenti tipiche dell’Outbound che mostra il brand ad un pubblico che potrebbe o non potrebbe essere interessato al messaggio comunicatogli.

Passiamo in rassegna i principali canali Outbound:
  • spot televisivi
  • inserzioni sui giornali
  • cartelloni
  • volantini
  • telefonate e email a freddo


In quest’ottica il potenziale consumatore ‘subisce’ la comunicazione, mentre nell’Inbound è il cliente stesso che va incontro all’azienda.

Uno dei principali problemi dell’Outbound è che niente è misurabile, non potrai sapere quanto il tuo messaggio è incisivo sul pubblico generico, non puoi venire a conoscenza di quante persone hanno fruito con interesse il contenuto e quanti hanno cambiato canale, stazione radio o semplicemente rivolto lo sguardo altrove.

Insomma, non è misurabile ma è molto costoso, pensa ad uno spot televisivo che può arrivare a costare migliaia di euro a settimana, un’operazione che potrebbe intaccare sensibilmente il budget destinato al marketing.

E l’Inbound marketing?

Si tratta di un approccio che, specie in una fase avanzata del processo d'acquisto dell'utente, promuove il proprio brand a persone che hanno già espresso interesse verso determinati prodotti.

Il suo principio cardine è infatti quello di farsi trovare dai potenziali clienti, ed in questa fase il "dialogo" con la buyer persona risulta fondamentale.

Di seguito sono indicati i principali strumenti utilizzati dall’Inbound:


Il coinvolgimento con i clienti avverrà attraverso la creazione di contenuti, attività di social media marketing e SEO, tutto questo nell’ottica di portare i consumatori verso il tuo brand.

Mostrare i propri contenuti ad utenti che hanno già una predisposizione verso un determinato business, attraverso blog post, post social ed anche video di formazione, comporta un costo assolutamente inferiore rispetto, ad esempio, ad una pubblicità sulle reti nazionali.

Inoltre sarai in grado di mostrare il giusto contenuto, alla giusta persona, nel momento corretto.

Ricorda che i clienti quando navigano su internet sono alla ricerca di informazione riguardo ai brand, prodotti e i servizi prima di comprare e non vogliono messaggi invasivi, bensì essere informati e conoscere a meglio il prodotto in modo tale da prendere una decisione consapevole.

La carta vincente dell’Inbound Marketing

L’Inbound parla del prodotto che già interessa al consumatore.

Shampoo per i capelli ricci? Inutile mostrarlo a chi è calvo, meglio parlarne a chi, per diversi motivo, è più predisposto all’acquisto.

Questo obiettivo non sarebbe raggiungibile con una strategia di cartellonistica nelle principali città italiane. perché il target che si andrà a colpire comprende tutte le persone che vi passeranno davanti e non solo chi è già "sensibile" verso l’argomento.

Se per esempio un utente è molto informato e attento a migliorare il tono dei capelli ricci e, durante una ricerca, si imbatte proprio in una articolo dal titolo “5 suggerimenti per migliorare il tono dei tuoi ricci” scritto dalla tua azienda che si occupa di prodotti per capelli, da quel momento inizierà il dialogo con il potenziale cliente.

Per fare tutto questo l’Inbound si serve anche di "regali" da dare all’utente per attirarlo maggiormente, quali ad esempio gli e-book scaricabili compilando dei form con alcuni recapiti e parametri utili ai fini della targettizzazione.

Ma quindi cosa è meglio?

Un errore che fanno molti marketing manager è credere che avere un approccio Inbound sia la nemesi dell’Outbound e possa sostituirlo completamente.

Si tratta semplicemente di 2 approcci differenti che hanno obiettivi distinti e ogni azienda dovrebbe iniziare a prendere in considerazione l’Inbound Marketing, soprattutto perché al centro del percorso c’è il cliente.

Inbound Marketing

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